ultimi complementari, inizio e partenza

<div style=”text-align: justify;”><a target=”_blank” href=”http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCategoria=75&amp;IDNotizia=29360″><img align=”cssLeft” alt=”” style=”margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left;” src=”https://detoni.wordpress.com/wp-content/uploads/2010/01/69887.jpg&#8221; /></a><em>Cos&igrave; godo con gli occhi, se si pu&ograve; dire, di tutte le meraviglie che si mostrano e che incontro; e occupo il mio spirito su come immortalare le idee suggerite dalla natura. Forse &egrave; espresso con troppa arroganza, ma tu capisci: realizzare in un’immagine ci&ograve; che si vede. Cos&igrave; vedo continuamente i quadri pi&ugrave; meravigliosi, mentre il mio spirito sottrae o aggiunge questo o quello alla natura, lo mette in luce o lo vela, combina una cosa o l’altra. In questo modo mi aggiro come in una grande mostra, i cui quadri sarebbero solo da copiare… solo con l’ansia di non potercela mai fare, oppure, se arrivasse il momento buono, con il timore di aver dimenticato tutto. Questo occuparmi del mondo intorno a me &egrave; l’unico legame che mi riconcilia con questa vita nella quale mi ha buttato il destino e che per sua natura &egrave; cos&igrave; lontana da tutto ci&ograve; che riguarda la guerra.</em></div>
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<a href=”http://www.palazzoducale.genova.it/naviga.asp?pagina=8369″>Otto Hofmann</a>, 14 dicembre 1941</div>
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</span><em><span class=”quote”>Detesto il lettore che ha comprato il suo libro, lo spettatore che ha pagato per la sua poltrona, e che a partire da quel momento sfrutta il morbido cuscino del godimento edonista o dell&rsquo;ammirazione per il genio.<br />
Che cosa importava a Van Gogh della tua ammirazione? Voleva la tua complicit&agrave;, che tu cercassi di guardare come stava guardando lui, con gli occhi scorticati da un fuoco eracliteo. Quando Saint-Exup&eacute;ry sentiva che amarsi non &egrave; guardarsi reciprocamente negli occhi ma guardare insieme nella stessa direzione andava oltre l&rsquo;amore di coppia perch&eacute; l&rsquo;amore, se &egrave; amore, va sempre oltre la coppia, e io sputo in faccia a chiunque venga a dirmi che ama Michelangelo o E.E. Cummings senza provarmi che almeno in un&rsquo;ora estrema &egrave; stato quell&rsquo;amore, &egrave; stato anche l&rsquo;altro, ha guardato insieme a lui attraverso il suo sguardo e ha imparato a guardare come lui verso l&rsquo;infinita apertura che aspetta e reclama.</span>&rdquo;</em></div>
<div style=”text-align: right;”>Julio Cort&aacute;zar, <i>Il giro del giorno in ottanta mondi<br />
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</i></div>
<div style=”text-align: justify;”>Sono nei preparativi per la partenza, volo in Argentina per un mese. Vado quasi senza libri, tanto l&agrave; mi voglio comprare alcuni Cort&aacute;zar e <a href=”http://es.wikipedia.org/wiki/Bomarzo_%28novela%29″>Bomarzo</a&gt;, romanzone ambientato in itaglia che anni fa ebbe enorme fortuna nel mondo iberoamericano e qui da noi &egrave; pressoch&eacute; <a href=”http://www.ibs.it/code/9788886091206/mujica-lainez-manuel/bomarzo.html”>sconosciuto</a&gt;. Altre idee? S&igrave;, magari anche qualche Borges, Bioy Casares, ecco, poi? Tipo, di Soriano, che cosa, a parte <em>Triste, ecc.</em>?<br />
E c’&egrave; qualche film che dovrei assolutamente vedere, prima di partire?<br />
Quando viaggio (anche solo sul treno regionale) mi dico le stesse robe di Hofmann, che per&ograve; quando scriveva quella lettera l&agrave; sopra era prigioniero in Russia, mica saltabeccava qua e l&agrave; come la vispateresa sottoscritta. Poi, peraltro, non solo non son pittrice e scribacchio poco e male, ma di tutto quello che vedo/sento/rielaboro la gran parte delle volte non scrivo un kaiser. Pace. Fotografer&ograve;. Per&ograve;: la descrizione &egrave; importante, per me, sempre pi&ugrave; importante, che si tratti di una via, di un suono, di un naso o di uno stato d’animo, son tutti paesaggi e valgono tutti allo stesso modo, e il lavoro da fare – sempre per me – &egrave; quello d’imparare a vederli dal di dentro, a sentirmeli dentro, a sentirmici dentro, e poi parlarne come se ne fossi fuori, come se (mi) vedessi contemporaneamente dal di fuori, senn&ograve; chi non &egrave; me non capir&agrave;, forse. Anche chi pensa di scrivere solo per se stesso in realt&agrave; non fa altro che comunicare. Anzi: tenta di. E siccome son da poco passate le feste e siamo tutti pi&ugrave; buonini, piace molto anche il tentativo, come diceva?, Beate le donne e gli uomini di buona volont&agrave;.</div>
<div style=”text-align: justify;”><br />
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<span style=”color: rgb(255, 102, 0);”><strong>UPDATE</strong></span>: c’&egrave; <a href=”http://zop.splinder.com/post/21881146#21881146″>un concorso di zop</a>, si tratta di mandargli uno o pi&ugrave; racconti sul precariato, non pi&ugrave; di 3000 battute; dice zop: <span style=”color: rgb(102, 102, 102);”><span style=”font-size: small;”><span style=”font-family: Georgia;”><em>I<span style=”color: rgb(102, 102, 102);”><span style=”font-size: small;”> giochi si aprono il <strong>17 dicembre</strong> 2009, quando su REPUBBLICA&nbsp;XL uscir&agrave; la segnalazione, e si chiudono il <strong>17 gennaio 2010</strong>. </span></span>Prossimamente terr&ograve; l’indice dei racconti pervenuti sul mio blog, e aprir&ograve; una pagina web in cui li render&ograve; visibili. Successivamente al 17 gennaio sceglier&ograve; i vincitori, come al solito a mio insindacabile giudizio. <span style=”color: rgb(102, 102, 102);”><span style=”font-size: small;”><span style=”color: rgb(102, 102, 102);”><span style=”font-size: small;”>Una selezione dei migliori raccolti a tema sar&agrave; inviata a degli editori nella speranza che qualcuno li pubblichi.</span></span></span></span></em></span></span></span><br />
(roba appresa da bobboti, che <a href=”http://bardofulas.splinder.com/post/21959426″>gi&agrave; contribuisce</a> da par suo)</div>

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16 risposte a ultimi complementari, inizio e partenza

  1. anonimo ha detto:

    monaca, manaccia, ma perché non mi commenti più spesso?
    gemeromagno’, pampers? e questa sarebbe una battuta? comunque non mi sono affatto dispersa, son già alle cascate di iguazú e il 31 torno a baires!
    baciottolino

    la titolare

  2. Mancavo da un po’ e ne pago lo scotto. Mi riferisco al concorso… uffa. 😦
    E vabbe’… geme, non ti disperdere nei pampers ahahah… ehm… miss you.

  3. MonacaBastarda ha detto:

    un cuore matto
    matto da legare
    che crede ancora che tu pensi a me
    e non riesco a fargli mai capire
    che tu vuoi bene
    a un´altra Monaca e non  a me

  4. anonimo ha detto:

    ecchime in attesa di uscire dall’hostal per andare alla feria de san telmo, qui accanto, con un calore allucinante; e stasera bus cama per cordoba, inizia la vuelta del país. son quasi le undici, l’intonaco è tinto di rosso, appese foto di carlos gardel, e nell’aria umidissima smossa dalle pale danzano le note di qualcosa di thiersen.

    uh grazie mille, aitan, per i preziosi consigli, e a glorio e a tutt* un arrivederci e baci  

    petsloggy

  5. gloriagloom ha detto:

    Dell’argentina so ben poco, se non che il liberismo li ha massacrati peggio dei generali golpisti, però ci sono situazioni come le collettivizzazioni delle fabbriche che son da tenere d’occhio.

    Non credendo in Dio non posso neppure credere all’arte come espressione del singolo, ma come una massa comunicativa che passando da una persona all’altra, da un gruppo all’altro, da un’etnia all’altra trasmette conoscenza e si gonfia come un soufflè arricchito da proteine e punti di vista collettivi e trasversali.

    Bun viaggio Petarda.

  6. aitan ha detto:

    I miei invidiosi consigli (è una vita che penso di farlo un viaggio in Argentina), un po’ alla rinfusa, come mi escono:
    A parte l’ovvietà di Rayuela, Las Armas secretas e, se non proprio l’opera omnia, almeno El Aleph e Ficciones di Borges, ti consiglierei qualche romanzo di Manuel Puig (Boquitas Pintadas, per esempio), El Túnel di Ernesto Sábato, Santa Evita di Tomás Eloy Martínez (che però io non ho ancora letto), El Retrato Amarillo dello stesso autore di Bomarzo, le poesie di Juan Gelman e Silvina Ocampo, i fumetti di Quino (tutti!), Alberto ed Enrique Breccia, Mordillo, Copi, Oesterheld e Zanotto.
    E poi il cinema di Solanas (soprattutto Tangos, Sur e El Viaje) e decine di dschi. Se proprio dovessi scegliere mi porterei un Gardel di ordinanza, un classico di Osvaldo Pugliese o di Roberto Goyeneche o di Julio Sosa, un disco di tango quasi tradizionale di Silvana Deluigi, uno di Cáceres, uno di Tango Nuevo di Piazzolla (il doppio María di Buenos Aires, per esempio, praticamente un’opera lirica scritta con Horacio Ferrer), uno di New Tango di Libedinsky, un paio di non tanghi di Atahualpa Yupanqui e Mercedes Sosa, uno di cantautori tipo Fito Paez, uno di rock argentino (consiglierei i Bersuit Vergarabat o i più conosciuti Los Fabulosos Cadillacs). Infine la discografia dei Les Luthiers.
    Mi fermo qui. Ma si tratta di gusti personali assai di uno che ha una grande nostalgia di questo posto a metà tra l’Europa e l’America in cui non ci è mai stato (e ha quasi paura ad andarci, tanto che ci ha pensato).

  7. giorgi ha detto:

    Un giorno mi nasconderò nella tua valigia, cara girandolona viaggiatrice. Baci, auguri e buon viaggio

  8. Petarda ha detto:

    reginaagain: secondo me, eh.

    ugopaci: ciao bel tesoro! 🙂

    bianca: anche a te, e per tutto il 2010!!! :)*

    r3ino: sicuramente l’arte non è solo comunicazione, ma il bisogno di creare nasce (anche) da un bisogno di comunicare. in principio fu il verbo, ricordi? è banale, lo so, e alle volte vorrei non aver avuto una educazione cattolica. perché adesso mi vengono in mente delle robe che hanno a che fare con dio, e forse non con l’arte. per esempio mi chiedo: dio ha creato il mondo perché gli veniva naturale (non credo alla panzana dell’infinita bontà, perché anche il genitore più rispettoso dell’autonomia dei propri figli, quando questi arrivano a uccidersi o a suicidarsi, fa ben qualcosa, cazzo), o a un certo punto l’ha dovuto fare, ne ha sentito il bisogno? perché se in principio fu il verbo, allora una necessità c’era: quella di comunicare, di esplicitarsi. sempre tenendo presente che la bibbia fu scritta da uomini, ovvio: capivano fin dove potevano. e se invece non ci fu necessità, e la creazione fu un atto spontaneo, naturale, dio non è – in questo – molto donna? solo in questo, però, perché per il resto si è comportato e si sta comportando come un qualsiasi inseminatore che una volta esaurito il suo compito se ne impipa; poi dice come fai a non credere che dio esiste, e che ha creato il mondo… posso anche credere che esista, per carità, come credo ai fantasmi o ai leprecauni, ma da lì a pensare anche che sia il responsabile della creazione… le due cose – dio e la creazione – non si capisce perché dovrebbero essere correlate.
    sull’arte, poi. io credo che il più volgare imbrattacarte e il genio più stupefacente degli ultimi secoli siano accomunati dall’esigenza di comunicare. certo che poi l’arte non è solo comunicazione, ma mi pare che tutto nasca da lì. mi pare che gli artisti più grandi siano iperintelligenti e ipersensibili, ma quello che li rende immensi è la loro capacità di suscitare empatia: ci portano nel loro mondo, che poi, scopriamo, è anche il nostro. per far questo, credo, è necessaria anche una grande sofferenza. allora un’opera d’arte ci coinvolge a tutti i livelli, intellettualmente ed emotivamente. e se penso a come può nascere un’opera del genere, torno al bisogno di comunicare: penso a un artista che sente di aver da dire delle cose proprio a quel mondo di cui non si sente parte. allora quel che pare un gesto maturato in solitudine, fatto per sé, appare come un portar fuori, dal proprio interno, delle visioni. insomma, è quel che dice cortazar: Che cosa importava a Van Gogh della tua ammirazione? Voleva la tua complicità, che tu cercassi di guardare come stava guardando lui, con gli occhi scorticati da un fuoco eracliteo.
    van gogh – cortazar non voleva degli adoratori o dei testimoni, ma dei complici: persone che condividevano la sua visione, che non lo facevano sentire solo. compagni. amici.

    carlà: grazie dell’augurio, e buon anno! :)))

    bài bài, beibis

  9. lunafragola ha detto:

    ma che bello!
    Tanti auguri Petar, innanzitutto e BUON VIAGGIO!

  10. r3i ha detto:

    Personalmente preferisco di gran lunga quelli che non solo comunicano, ma creano, partendo dallo "strumento" classico, un proprio linguaggio unico, visionario e…semplicemente universale.
    Comprendiamo i loro quadri e il più delle volte li reputiamo eccezionali solo quando ci rendiamo conto che hanno detto qualcosa in maniera così naturale che ci siamo dimenticati che essi sono pittori, fotografi, persone normali come noi.

    Buon viaggio!

  11. LadonnaCamel ha detto:

    abbracci abbracci abbracci qualche bacio e 🙂

  12. paciugo ha detto:

    dio che invidia… fai tante foto!
    smack e buon anno!

  13. Petarda ha detto:

    und, grazie! per il cinema, lampo di genio, ho cercato sul mulo cine argentino e m’è uscita fuori la qualunque.

    reginacaprina, eppure secondo me storie di cronopios e di famas di cortazar (è un einaudino) ti piacerebbe tanto. la sceneggiatura secondo me è un passo ancora successivo, si tratta di far interagire i vari paesaggi/descrizioni. forse. boh.

  14. ReginaDelconato ha detto:

    non ho consigli sulle letture perché io ignorante come capra fui e rimango, e non c’è nessuna traccia d’orgoglio in ciò che dico.

    la descrizione è come la sceneggiatura del tuo film, no?

  15. undulant ha detto:

    per il libri qualsiasi cosa di alfredo Bryce echenique va bene (che ok, non è argentino ma va bene lo stesso)
    poi c’era il film, di coso lì, il karWai, Happy togheter che se non sbaglio era ambientato in Argentina.

    beh oggi sono parecchio approssimativo. buon viaggio petardella!

  16. Petarda ha detto:

    uh, dimenticavo: PFUI

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